Le
origini di Sassano, se ne parliamo al livello insediativo, sono lontanissime nel
tempo. Da poco tempo è stato scoperta una grotta nella zona compresa fra il
centro abitato e Silla le cui origini si fanno risalire ad oltre 2000 anni prima
di cristo, come dimostrano i primi reperti che son venuti alla luce. Quasi
sicuramente però l’insediamento umano nella stessa grotta risale a molto
tempo prima, perché il materiale archeologico rinvenuto fa parte degli ultimi
strati del materiale che sono venuti accumulando nei secoli. Ma, a prescindere
da questa scoperta, sicuramente in epoca romana esistevano nella zona di Sassano
dei nuclei abitati. Infatti, spesso, nel corso di lavori di sistemazione
stradale o di opere di irrigazione, sono emersi i resti di antiche ville romane,
come capitato nella zona di Pantano. Una testimonianza ancora più sicura dell’esistenza
di abitazioni è quella della tomba della regina, come viene indicata
abitualmente indicata dalla gente del posto. In realtà si tratta di un’urna
funeraria in zona Fontanelle scavata nella roccia è da quello che si riesce a
capire dalla scrittura salvata dalla incuria del tempo si tratta di una tomba
risalente al II secolo d.C. ed essa fu scavata da un signore romano che la
dedicava ad un suo fratello morto. A testimonianza di questa antica esistenza, a
parte i reperti archeologici citati, c’è la sicura prova del dialetto
sassanese, in cui oltre a termini greci, per una buona parte della sua
composizione, si nota la presenza di antichi vocaboli latini e greci. Un esempio
per tutti è l’antica esclamazione "erò" che, a detta degli
studiosi, è riportabile alla lingua greca. Infatti questa espressione veniva
usata abitualmente dalla popolazione sassanese quando si voleva esprimere
stupore e meraviglia di fronte ad un fatto imprevisto. Quindi è da collegare
all’aggettivo greco "ieron" che significava cosa impossibile o
evento imprevisto. Sempre, nel campo linguistico, a conferma di questa antica
origine nel glossario del posto possiamo con sicurezza affermare che nel
dialetto sassanese si riscontrano termini osci, quindi preesistenti addirittura
all’avvento dei greci e dei romani nella zona. La presenza dei romani sul
posto è documentata però soprattutto dal nome stesso di Sassano che rivela con
sicurezza la provenienza del linguaggio amministrativo dei romani. Infatti è
erroneo pensare che il termine Sassano derivi da "sasso sano", perché
le prime abitazioni del centro abitato sarebbero sorte sulla collina dell’Annunziata
che poggia sulla viva roccia. In realtà Sassano va invece collegata con i
possedimenti agrari che i romani possedevano nella zona, in quanto nei primi
documenti vien fuori il termine "Praedia Soxsiani". Questo Soxiano o
sozziano doveva essere un nobile possessore di terre comne c’è ne erano tanti
in Campania. Col passare del tempo è scomparso il termine Praedia ed è rimasto
soltanto il nome del possessore Sossiano o Sozziano. Mentre fino ad ora abbiamo
indicato delle preesistenze le quali meritano ancora studi più accurati, dal
novecento in poi non ci basiamo più su delle probabilità, perché emergono i
primi documenti scritti infatti il nome di Sassano compare già in un primo
documento risalente al 967 d..c. In questo documento venivano indicati i centri
abitati di cui prendeva possesso come esponente religioso un Vescovo del tempo.
Tra le varie parrocchie sulle quali il vescovo prendeva giurisdizione è
indicato anche Sassano. Questo documento però da alcuni viene ritenuto non
autentico. Ma se ci sono dubbi sulla data del 967d.c. nessun dubbio invece
esiste su un successivo documento del 1131.Esso va collegato con la concessione
che il Re Normanno del tempo Ruggiero II faceva alla Grancia Basiliana di
Rofrano di altre grancie esistenti nella zona del Vallo di Diano è tra queste
anche della Grancia di San Zaccaria. Di queste grancie, anche se con tutte le
successive modifiche esistono ancora i resti a sassano nella zona in cui
incominciarono a sorgere le prime abitazioni. Sicuramente queste grancie fanno
parte di tutti quegli insediamenti collegati con i monaci basiliani. Questi
monaci, come è notorio, erano un ordine religioso che dal sud dell’Italia e
specialmente dalla Calabria risalirono verso il nord. Infatti le sicure origini
del paese, come si è sviluppato fino ad oggi sono da collegare con i vari
spostamenti che questi monaci andavano effettuando. Si sa benissimo che l’attività
dell’ordine religioso, oltre che a pratiche sacre e monastiche, era rivolta
soprattutto al lavoro agricolo a di allevamento del bestiame. E’ ancora nel
1500 l’ordine basiliano, pur avendo perduto la sua importanza, vendeva ad
alcuni Sassanesi delle stalle che confermano l’attenzione da essi dedicata all’agricoltura
è fino al 1700 i basiliani possedevano terreni a Sassano, tanto che abbiamo il
documento di un atto di vendita tra i basiliani ed i certosini della Padula di
terreni boschivi situati nella zona Peglio. Se i basiliani vennero meno nel
Vallo, quando incominciò ad affermarsi dell’importanza della Certosa di
padula, i cui proprietari, i certosini come si sa furono voluti dalla famiglia
Sanseverino fin dal 1306, resta però sempre importate l’influenza che ebbero
sulla nascita di Sassano. Non è casuale che i primi rioni del paese che si
andarono sviluppando sorsero nella parte bassa cioè quella della fontana.
Questa località venne scelta perché era ricca di acqua e poiché si è parlato
di attività prevalentemente agricola dei religiosi e dei civili, la ricchezza
di sorgenti sul posto era molto utile per l’allevamento del bestiame. Si è
parlato di attività agricola ma va tenuto ben presente che fino al 1700 e si
può dire agli inizi dell’800 i terreni maggiormente coltivati non erano
quelli in pianura, ma quelli di montagna, come ci dimostrano tutti le liti
giudiziarie che nei secoli passati sorsero tra gli abitanti del posto nei
riguardi di coloro che le avevano usurpati. E’ inutile dire che questa
situazione caratterizzò non solo Sassano ma tutti i paesi del Vallo. Infatti l’allagamento
in pianura che nel passato afflisse il Vallo di Diano determinò questa tendenza
a privileggiare i terreni montani rispetto a quelli della piana. Tutta la vita
di Sassano senza addentrarci in descrizioni particolareggiate, è caratterizzato
dal fatto che il paese per secoli fece parte assieme a Teggiano, San Giacomo,
San Rufo, Sant’Arsenio e San Pietro dello stato di Diano. Questo stato per
parecchio tempo fu dominato dalla famosa famiglia dei Sanseverino che, come
abbiamo detto furono anche i fondatori della Certosa di Padula. La storia della
famiglia Sanseverino caratterizza per oltre due secoli un poco tutti la storia
meridionale, ma fu a Teggiano che essa ebbe con il famoso castello
principalmente la sua sede. Nel 1600 al posto dei Sanseverino, dopo altre
famiglie come quella dei Caracciolo ecc., vediamo subentrare come proprietari
del feudo di Diano una nobile famiglia quella dei Calà che possedette il feudo
fino alle famose leggi eversive del 1806.Infatti l’ultimo feudatario dello
stato di Diano, a tale data, risulta il Conte Schipani che aveva sposato una
nobile Calà. Sarebbe interessante seguire le vicende demografiche della
popolazione di Sassano che dai primi insediamenti, come abbiamo detto nella zona
della Fontana grande, per distinguerla da quella della Fontanella che
attualmente si trova all’ingresso della strada che immette nel centro abitato,
si estese man mano verso le zone alte. Le prime famiglie nobili di cui abbiamo
notizie sono quelle dei Vecchi e dei Rossi le quali successivamente si fusero
tanto che diventarono la famiglia Vecchiorossi. Nel 1600 si registra l’avvento
a Sassano di altre famiglie nobili come quella dei Sabini, dei Ferri, dei De
Benedictis le quali quasi fino agli inizi del 900 dominarono la vita economica e
politica di Sassano. Se Sassano faceva parte dello stato di Diano, lentamente
anche se non completamente andò acquistando una sua autonomia, come ci conferma
l’esistenza di un organismo amministrativo in cui compare la figura del
Sindaco e di altri amministratori. Infatti se in processo, sempre riguardando
come abbiamo detto terreni in montagna nel 1400 Sassano compare in giudizio
presso la corte di Diano ed è rappresentato dal Sindaco di Teggiano, invece nel
1537, precisamente il 27 gennaio, dai documenti di archivio ci risulta una
riunione del consiglio comunale in cui i componenti, compresi il Sindaco, sono
tutti di Sassano. Quando però si parla di autonomia bisogna specificare che
essa era molto limitata, in quanto erano pochi i settori in cui essa si
estrinsecava. Infatti assieme all’organismo, comunale, fino ai primi anni dell’800,
abbiamo la figura del Governatore, il quale giuridicamente ed
amministrativamente era il rappresentante del feudatario di Diano. Se la vita di
Sassano era caratterizzata da attività prevalentemente agricola, come ci
dimostra l’esistenza di una fiera importantissima che fino al 1600 si svolgeva
nella località Silla, si può dire che tutte le vicende che caratterizza la
vita di un paese sono riscontrabili anche nel nostro. Quali furono gli aspetti
più interessanti della vita che si svolse presso le nostre popolazioni? Quasi
tutto si incentra sulla lotta che gli abitanti del posto furono costretti ad
intraprendere contro coloro che o legittimamente o per usurpazione si erano
impossessati dei possedimenti che non sottoposti al triste fenomeno dell’allagamento
erano passibili di coltivazione. Man mano che passava il tempo la popolazione
andava crescendo e quindi si aveva bisogno sempre maggiormente di terreni
lavorabili e questo portò la popolazione alla necessità di disboscare i
terreni che si trovavano in montagna. Mentre infatti, nei primi tempi la
popolazione di Sassano, si aggirava intorno ai 1500 abitanti col passare dei
secoli registriamo un numero nel 1800 di quasi 6000 abitanti. Se si escludono
quelle poiché famiglie che vivevano nell’agiatezza, tutto il resto si trovava
in condizione economiche ben misere. Forse l’unica categoria che non si trovò
ad affrontare problemi di miseria fu quella dei pastori che rispetto agli altri
potevano permettessi una certa agiatezza. Questi pastori diedero l’avvio ad un’attività
produttiva quale quella dei formaggi che ancora oggi caratterizza la vita
economica del nostro paese. Infatti attualmente Sassano è al primo posto nel
Vallo per la produzione dei formaggi e il primo nucleo di questa attività lo
dobbiamo ricercare proprio nell’esistenza di questa categoria pastorale. Da
documenti dell’epoca risulta addirittura che alcuni proprietari di armenti
pastorizzi fittavano terreni in Puglia per potervi pascolare durante l’inverno
ed alcuni di questi greggi arrivavano fino a 5000 pecore ed ancora nel 1800 da
documenti di dogana risulta che Sassano era al primo posto per quanto riguardava
l’acquisto del Sale necessario al foraggio per i greggi. A parte le lotte per
i terreni, a parte gli stremi casi di miseria di cui c’è una larga quantità
di riferimenti linguistici nella storia orale del posto, Sassano conobbe le
vicissitudini di tutti i paesi meridionali. Così anche la sua popolazione ebbe
a sopportare le conseguenza della terribile peste che a metà del 1600 decimò
le popolazioni di quasi tutti i centri abitati del Vallo. Naturalmente in questa
serie di vicende ha anche la sua importanza l’aspetto religioso che ebbe un
rilievo primario nella vita sociale della popolazione sassanese. Peccato che son
venuti meno i registri parrochiali dal 1300 al 1600. Essi andarono distrutti
nell’incendio che colpì la prima chiesa, incendio sviluppatosi nel 1400.
Siccome la popolazione non poteva permettersi di non avere un luogo di raccolta
religioso si pensò immediatamente alla ricostruzione di un nuovo edificio che
andò sviluppandosi immediatamente dopo è trovò la sua conclusione nel 1607
come risulta da una data apposta sul portone dell’ingresso principale. La
chiesa venne intitolata a san Giovanni Evangelista, mentre , stranamente, il
protettore del paese è San Giovanni Battista. Sempre a conferma del ruolo
primario economico avuto dai pastori, attorno alla ricostruzione della chiesa
circola la leggenda che un ricco ed agiato proprietario di greggi sassanese si
sarebbe offerto di innalzare le mura servendosi delle sole "pezze" del
suo formaggio. Non fu però la chiesa madre l’unico edificio costruito in
quanto dal 1400 in poi assistiamo alla nascita di numerose altre cappelle, la
cui vita e la cui esistenza sono documentate dalle visite pastorali che i
vescovi o i loro rappresentanti andavano effettuando su di esse. La prima
cappella privata di cui abbiamo notizia è quella della Madonna del Loreto di
proprietà da secoli della famiglia Femminella. Forse prima di questa Cappella
dovette sorgere quella di San Vito, posta al confine tra Sassano e San Giacomo
però fino ad ora non è emersa alcuna indicazione precisa sulla data della sua
costruzione. Seguirono successivamente quella dell’Annunziata nel 1600, quella
della Madonna delle Grazie pure nel 1600 e successivamente quella di San Michele
di San Rocco, della Madonna del Carmelo situate all’esterno del centro
abitato. Se si guarda alla collocazione di queste Cappelle, ci si accorge subito
che esse formano, disposte come sono una specie di cinta protettiva che avrebbe
dovuto difendere il paese da ogni sorta di malanno o di avversità. sempre per
far riferimento alle leggende locali infatti tra la popolazione soprattutto nel
passato, quando si ci credeva di più vigeva la credenza che a Sassano come
paese non poteva mai capitare niente di dannoso perché era difesa da questa
serie di cappella che allontanavano i pericoli. Altri avvenimenti che
caratterizzano la storia di Sassano potrebbero individuarsi, soprattutto nell’ottocento,
nel brigantaggio e nella emigrazione. Fra i personaggi che come briganti
esercitarono un certo fascino nei racconti locali, oltre alla presenza di alcuni
briganti che però agirono in seno ad altre bande operanti anche fuori, va
presentata la figura di Salvatore Brigante, il quale nella fantasia popolare
assunse i contorni di una specie di eroe leggendario che avrebbe agito contro i
prepotenti del tempo e contro le autorità l’emigrazione invece in un primo
momento trovò i sui centri direzionali verso il Brasile e l’Argentina e
successivamente verso gli Stati >Uniti d’America. Inutile aggiungere che il
fenomeno migratorio fu determinato sempre dalla povertà che affliggeva il
maggior numero della popolazione. Infatti se andiamo a controllare i registri
anagrafici vediamo che sono scomparsi molti cognomi un tempo sempre presenti
nelle vicende del paese e ciò sta a dimostrare che furono interi nuclei
familiari a scegliere la via della ricerca di fortuna altrove. Per lo studioso
delle vicende politiche c’è un episodio, che, pur non essendo troppo
conosciuto, dovrebbe essere esaminato con attenzione. Ed è la fondazione di una
specie di società segreta che venne fondata a Sassano tra gli anni 1859 e 1860.
Gli storici hanno parlato di associazione che sarebbe il primo esempio di una
società segreta che però si prefiggeva scopi che oggi si definirebbero
sindacali. Infatti i suoi capi ponevano alla base di questa associazione la
rivendicazione di un maggiore salario da parte dei suoi componenti. Essa aveva
uno statuto segreto ed anche un giuramento di aderenza e per caso venne scoperta
prima dalla gendarmeria del posto e poi addirittura dal Ministro di Polizia di
Napoli è negli atti processuali viene definita come una associazione a sfondo
comunista. Se i suoi aderenti non incorsero nei rigori di gravi pene detentive,
ciò e dovuto al fatto che in quello stesso periodo di tempo si verifica lo
sbarco di Garibaldi nel Regno di Napoli e quindi passò in secondo luogo la sua
pericolosità. Per quanta riguarda la seconda metà dell’ottocento ed il
novecento, basta dire che nella prima metà dell’ottocento a Sassano abbiamo
la scomparsa delle antiche famiglie nobili, quali i Ferri i Sabini i De
Benedictis e il subentrare di un’altra categoria sociale cioè quella dei
proprietari terrieri come i Trotta i Romanelli, i Borgia i De Laurentiis che
lentamente nella vita amministrativa del paese andarono prendendo il ruolo prima
svolto dagli antichi casati nobili, a conclusioni di queste brevi notizie
diciamo che la popolazione di Sassano, durante la prima e seconda guerra
mondiale, ha conosciuto un notevole numero di caduti in guerra e tra questi
possiamo comprendere ben tre medaglie di argento assegnate a combattenti caduti
eroicamente.